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La Scoliosi sta diventando un problema che ogni anno colpisce centinaia di migliaia di individui, con difficoltà e problemi annessi alla vita quotidiana. Dati statistici dimostrano, però, un fatto preoccupante: la patologia tende a manifestarsi molto spesso nei bambini, comparendo addirittura già durante i primi anni di età. Per questo motivo il Dott. Angelo Vella, fisioterapista, osteopata e posturologo dello Studio Fisiokinetic di Villa di Briano (CE), che già aveva affrontato mesi fa l’argomento consigliando un protocollo di esercizi (SEAS) per la cura della scoliosi (https://informareonline.com/seas-un-protocollo-di-esercizi-per-la-cura-della-scoliosi/), è tornato a discutere della patologia, spiegando questa volta i rischi e le cure a cui bisogna ricorrere quando essa si presenta nei bambini.

CHE COS’E’ LA SCOLIOSI?

Come affermato dal Dott. Vella mesi fa, “la scoliosi è una deformità della colonna vertebrale ed è caratterizzata da una deviazione laterale della schiena, che può presentarsi in qualunque punto della spina dorsale”. Nella maggior parte dei casi la scoliosi si definisce idiopatica, perché insorge senza nessuna causa conclamata. In altri casi, invece, essa è congenita oppure conseguente a ferite o traumi.

Le scoliosi possono essere: a una curva, a doppia curva o a triplice curvatura. Mentre a seconda della zona di localizzazione, la patologia si distingue in: scoliosi cervico-dorsale (molto rara), dorsale, dorso-lombare e lombare.

SCOLIOSI NEI BAMBINI

Come detto in precedenza, la scoliosi compare molto spesso nei bambini. Il principale fattore che determina l’insorgenza della patologia in un bambino è lo squilibrio tra lo sviluppo dello scheletro e quello della muscolatura. Entrando nello specifico, potrebbe trattarsi di rigidità delle curve o di anomalie della struttura vertebrale, iper tonicità muscolari, problemi posturali o neurologici, o di anomalie dell’apparato vestibolare dell’orecchio.

“Nei bambini i difetti appaiono particolarmente evidenti perché la loro struttura ossea è ancora in fase di formazione. È fondamentale che i genitori intervengano tempestivamente per educare la postura dei figli senza trascurare i minimi segnali di queste problematiche”, spiega il Dott.Vella, consigliando di rivolgersi il prima possibile ad uno specialista del settore per evitare difficoltà una volta diventati adulti.

“È importante – continua il Dott. Vella – fare una differenza tra scoliosi e atteggiamento scoliotico. Quest’ultimo può essere considerato come un vizio di postura che deriva da abitudini sbagliate, come sostenere un peso troppo elevato, stare per tanto tempo seduti davanti alla tv, oppure praticare sport in maniera inadeguata. Tuttavia, anche l’emotività può influire sull’insorgenza della scoliosi in un bambino, perché la postura assunta in certi contesti sociali può portare alla chiusura delle spalle, che ha delle conseguenze anche a livello della colonna vertebrale.”

CURA E RIMEDI PER LA SCOLIOSI NEI BAMBINI: LA RIEDUCAZIONE POSTURALE

La scoliosi non guarisce mai del tutto, ma può essere migliorata. L’approccio più indicato, in questo caso, è quello di un trattamento fisioterapico, con l’obiettivo di ridurre la curvatura scoliotica.

“Se la scoliosi presenta una deviazione della colonna vertebrale di entità media, si procede con la rieducazione posturale, a cui potrà essere affiancata l’attività fisica, impostata in modo da tenere sotto controllo periodico la colonna vertebrale. Se la scoliosi è, invece, di elevata entità, alla rieducazione posturale si consiglia solitamente l’impiego di un busto ortopedico che sostiene la colonna vertebrale”, spiega il Dott. Vella.

La rieducazione posturale rappresenta, quindi, il primo trattamento da fare, che deve essere intrapreso prima della pubertà, quando cioè lo scheletro non ha ancora assunto la sua conformazione definitiva. La ginnastica correttiva riesce ad allungare i muscoli e ad allentare le tensioni muscolari, riequilibrando la tonicità delle fibre. Il metodo dà la possibilità di avere un corretto posizionamento della colonna vertebrale che può essere mantenuto successivamente dal paziente.