fbpx

La rettilineizzazione del rachide cervicale potrà sembrare un evento raro, ma non è affatto così. Si tratta di una contrattura anomala del muscolo lungo del collo, che può comportare una maggiore attività per il muscolo trapezio, causando un sovraccarico funzionale sulle strutture articolari a cui, spesso, si associa un’eccessiva sollecitazione di altri muscoli, come lo sternocleiodomastoideo e gli scaleni.

Il Dottor Angelo Vellafisioterapistaposturologo osteopata con sede in Villa di Briano (CE), e uno dei maggiori esperti della provincia che ha dedicato il suo lavoro al benessere dei pazienti, ha recentemente discusso della rettilineizzazione del rachide cervicale, spiegando i motivi per cui si verifica il disturbo e alcuni metodi da adottare per curarlo. “Non bisogna assolutamente sottovalutare questo tipo di problema che, col passare degli anni, potrebbe avere delle ripercussioni negative su molti altri muscoli. Il mio consiglio è quello di rivolgersi il prima possibile ad un fisioterapista di fiducia ed esperto, che possa valutare bene la situazione e lo stato del rachide cervicale e poi iniziare un trattamento”, dice il Dott. Vella.

LE CAUSE DELLA RETTILINEIZZAZIONE DEL RACHIDE CERVICALE

Le cause che possono provocare la rettilineizzazione del rachide cervicale sono molteplici. Si va dalla condizione ereditaria, che si rivela essere una delle cause più comuni, ad un’eccessiva tensione o contrazione dei muscoli del collo.

Tra le cause del disturbo al rachide cervicale rientrano anche lesioni e traumi esterni, come i colpi di frusta; obesità, che provoca sovraccarico e tensione; postura scorretta mantenuta nel tempo, altra causa molto diffusa; e osteoporosi, spesso presente nel tratto cervicale.

Tra l’altro, c’è una componente fisiologica che influisce particolarmente sulla trasformazione e sul decadimento del rachide cervicale. L’uomo deve avere sempre a che fare con la forza di gravità, che agisce dall’alto verso il basso e che quindi genera una modificazione del corpo.

I SINTOMI DELLA RETTILINEIZZAZIONE DEL RACHIDE CERVICALE

Il sintomo che si verifica più di tutti è la cervicalgia, che genera nell’individuo un senso di rigidità muscolare legato ad una limitazione funzionale in tutte le direzioni di movimento. Altri sintomi possono essere la nausea, le vertigini e la cefalea muscolotensiva.

La rettilineizzazione del rachide cervicale può anche portare, in poco tempo, al disallineamento totale di tutta la colonna vertebrale. Inoltre, possono verificarsi discopatie e compressione delle radici nervose con conseguente irradiazione della sintomatologia dolorosa al braccio, che determina la cervicobrachialgia.

LE CURE PER IL RACHIDE CERVICALE

Alcune tipologie di terapia, come quelle fisioterapiche e osteopatiche, si concentrano sulla lordosi cervicale con lo scopo di ripristinarla. Ne costituiscono un esempio tecniche combinate di trazioni cervicali, manipolazioni vertebrali, trattamenti fasciali e ginnastica posturale, che aiutano il rachide cervicale a riassumere una posizione corretta, aumentando la sua mobilità e riducendo i sovraccarichi.

Un ruolo di particolare importanza lo rivestono le terapie fisiche, che rientrano tra le strategie di trattamento, tra cui la Tecarterapia. “Una delle tecniche da utilizzare per riposizionare in modo corretto il rachide cervicale è la Tecarterapia, che dà ossigeno ai tessuti e richiama elettroliti nella zona di dolore”, spiega il Dott. Vella. Tuttavia, la terapia farmacologica agisce sul sintomo e non sulla causa, quindi dovrebbe essere usata solo per ridurre il dolore quando diventa molto alto.