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Qual è il miglior antinfiammatorio da assumere in caso di dolore?”: questa è sicuramente una delle tante domande che turba la nostra mente quando ci rechiamo in farmacia per acquistare qualche tipo di farmaco per dolori e infiammazioni. E non potrebbe essere altrimenti, visto che ogni giorno alla Tv siamo inondati di pubblicità che sponsorizzano il loro medicinale come se fosse il miglior antinfiammatorio rispetto a tutti gli altri.

Il Dottor Angelo Vella, fisioterapista, posturologo e osteopata con sede in Villa di Briano (CE), ha voluto fare chiarezza sull’argomento, spiegando che per ogni tipo di dolore esiste il farmaco più adatto, ma mettendo anche in allerta il consumatore che abusa di medicinali. “L’ampio utilizzo di questi farmaci pone i pazienti a rischio di possibili effetti indesiderati anche gravi, soprattutto se l’assunzione avviene per lunghi periodi o se non viene dichiarata dal proprio medico curante”, dice il Dott. Vella.

GLI ANTINFIAMMATORI E LA LORO DIVISIONE

Gli antinfiammatori sono farmaci utilizzati quando si ha a che fare con disturbi che derivano dai processi infiammatori di diversi organi. Possono essere assunti per alleviare diversi dolori, tra cui dolori mestruali, mal di denti, mal di schiena, mal di testa etc. o per contrastare infiammazioni di tendini e muscoli. Alcuni di essi agiscono anche contro la febbre, come l’aspirina o il ketoprofene.

Gli antinfiammatori si dividono in due categorie principali: steroidei e non steroidei, denominati anche FANS (Farmaci antinfiammatori non steroidei). I primi, più noti come cortisonici, si utilizzano per il trattamento di patologie infiammatorie croniche. Tra gli antinfiammatori steroidei più comunemente utilizzati vi sono il prednisone, il metilprednisolone e il betametasone. I FANS (aspirina, ketoprofene, ibuprofene), invece, hanno un effetto farmacologico inferiore rispetto agli antinfiammatori steroidei e agiscono sul dolore più lieve e moderato.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali delle due categorie di farmaci ci sono importanti differenze, come sottolineato dal Dott. Vella: “L’uso dei cortisonici è limitato perché può far insorgere delle ripercussioni negative per il paziente, tra cui ipertensione arteriosa, diabete, osteoporosi e ulcera peptica. Tuttavia, anche i FANS, nonostante abbiano minori effetti collaterali, possono far insorgere patologie gastriche, insufficienza renale e allergie individuali.

QUALE ANTINFIAMMATORIO SCEGLIERE?

La scelta tra FANS o cortisonici dipende dalle caratteristiche e dalla gravità del dolore da trattare.

Come detto nel paragrafo precedente, i cortisonici entrano in scena nel caso di patologie croniche con componenti autoimmuni, quali artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa. Il loro uso prolungato è sconsigliato per evitare rischi come la distruzione delle cartilagini o maggiore suscettibilità alle infezioni. Pertanto, l’utilizzo di questi farmaci viene sempre affidato ad attente valutazioni del medico curante. I FANS vengono invece preferiti negli stati infiammatori acuti (mal di denti, cefalea, dolore da trauma etc.).

Poiché il problema maggiore è l’azione lesiva sullo stomaco, nei soggetti con pregresse malattie gastrointestinali può essere utile scegliere principi attivi come ibuprofene, diclofenac e naprossene, e i più recenti coxib. Inoltre, nei casi in cui si voglia ottenere un effetto analgesico, soprattutto in una persona anziana, è preferibile ricorrere al paracetamolo, che ha un’efficacia analgesica sovrapponibile a quella dei FANS, ma con minori effetti indesiderati. Nel caso di artriti infiammatorie o di artrite reumatoide i FANS sono più indicati del paracetamolo.